Un anno che se ne va, un altro che arriva

31 dicembre 2008

E così, tra il serio ed il faceto, siamo giunti alla fine anche di questo 2008. Il refrain dice che mai come ora è tempo di bilanci, i quali, quasi sempre, sono negativi. Non ho mai capito il perché. Quello che si sta per chiudere è stato un anno intensissimo, soprattutto sotto il profilo dell’attualità. Ne abbiamo viste di tutti i colori: Governi caduti, ex premier eterni rieletti, afroamericani alla Casa Bianca, ex cittì che ritornano sul luogo del delitto. Dodici mesi lunghi e densi di fatti, personaggi, delusioni e gioie. E’ stato sicuramente, ahimé, l’anno di Barack Obama, il giovane e, abbiamo constatato, addominalato senatore di Chicago proiettato trionfalmente alla White House per scalzare quel George W Bush che sembra tanto inviso alla popolazione globale. Vedremo se oltre agli slogan azzeccati e alle foto sceniche, il primo anno dell’Obama-age sarà anche fruttuoso in riferimento alle grandi e pesanti sfide che attendono il Presidente eletto. Venendo al nostro orticello, possiamo dire che è stato l’anno di Silvio Berlusconi: dato per morto un po’ troppe volte, è risorto come l’araba fenice e ha trionfalmente ri-ottenuto il pass per Palazzo Chigi, dopo l’esperienza (un po’ travagliata) di Romano Prodi, ora inviato in Africa (?) per conto dell’ONU. Sicuramente non è stato l’anno di Walter Veltroni, che dopo aver trionfalmente vinto le primarie del Pd, è progressivamente sprofondato nelle sabbie mobili portate al Loft dai suoi stessi compagni di partito ed alleati. Chiudiamo questa mini rassegna con l’uomo più sfortunato di questo 2008. No, non è Mastella. Lui troverà il modo di riposizionarsi, in qualche modo. Parliamo di Roberto Donadoni, il cittì più triste della storia della nostra Nazionale, vessato e criticato da tutti per due anni e fatto fuori da Abete perché colpevole di essere stato eliminato ai quarti dell’Europeo dalla Spagna (ai rigori) che poi ha trionfato contro la Germania.

E’ stato un anno così, per molti monotono, per altri incredibile. Per la maggioranza, un anno come gli altri, che si archivia come una pratica notarile. La verità, probabilmente, è che si guarda all’anno nuovo con sempre minore speranza, con sempre minori aspettative, con sempre maggiore fatalismo. Ed anche noi ci accingiamo a trascorre il passaggio al 2009 così, in modo disincantato. Fatalismo allo stato puro. C’est la vie. Da parte mia, un caloroso augurio di Buon Anno…sperando che sia migliore di quello che se ne sta per andare. D’altronde, si dice così.

Matz per RaiBobo.it

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