La Sala Ovale : ha senso votare elle Europee?

23 maggio 2009

Qualcuno si chiede a cosa serva votare alle europee del prossimo giugno. E’ difficile dare una risposta. In primo luogo perché ben pochi hanno capito l’importanza (che non ha, almeno nel 2009) il Parlamento europeo, in secondo luogo perché questo viene visto solo come un carrozzone allegro e festante che ha come unico scopo quello di intascarsi le laute parcelle, in terzo luogo perché i nostri partiti si divertono a candidare starlette più o meno addentro le questioni politiche, cantanti più stagionate che mature (data l’età non più green), medici, aspiranti al trono e vincitori di programmi dedicati al ballo. Insomma, una compagnia teatrante che potrebbe far sosta nelle sagre paesane di tutta Italia. Invece no, tutti pronti per andare a Bruxelles a districarsi tra pratiche burocratiche, finanziamenti, commissioni e audizioni. Iva Zanicchi, da Ok, il Prezzo è giusto all’Europarlamento: apparentemente potrebbe apparire una scelta a dir poco azzardata, ma se pensiamo che nell’emiciclo di Bruxelles (e, una volta al mese, di Strasburgo) ci si occupa della forma delle zucchine (senza doppi sensi, mi raccomando), della rotondità dei peperoni (scoprendo così che i peperoni non sono rotondi), si comprende bene la missione di Ivona nostra di “tutelare le contadine della bassa padana”.

E così via, tra David Sassoli che di Europa probabilmente sa solo quello che leggeva dal gobbo quando conduceva il Tg1 delle 20, alla rediviva Elisabetta Gardini, che non ha mai superato il dramma di non sapere cosa sia la Consob. Un’ammucchiata che farà rimanere l’Italia indietro, ancora una volta. Ultimi della classe, ruota di scorta. Già i nostri eurodeputati (lautamente pagati) si assentano un po’ troppo spesso da Bruxelles (si calcola che dei nostri 72 rappresentanti solo il 10% segua costantemente i lavori), se poi pensiamo che i nuovi eletti saranno cantanti, attori, magari ex pretendenti al trono con l’hobby della danza, le prospettive non sono delle più rosee. Per carità, c’è chi sta peggio di noi: gli spagnoli prevedono che la loro affluenza alle urne non supererà il 35%, in Inghilterra si prospetta una diserzione dalle urne massiccia, specie dopo che i media locali hanno scoperto che i deputati british facevano pagare ai sudditi di Sua Maestà ogni cosa, perfino il cibo per gatti di un membro della Camera dei Comuni. Se questo è il quadro, risulta davvero difficile capire perché mai dovremmo andare a votare il prossimo 6 o 7 giugno.

In realtà dovremmo fare attenzione ai nomi da indicare sulla scheda: la stragrande maggioranza degli atti adottati dal Parlamento Europeo vengono recepiti nelle legislazioni nazionali, per cui sarebbe saggio mandare a Bruxelles gente che ha almeno una minima idea di cosa sia una legge, di cosa significhi lavorare immersi nella burocrazia. Guardare bene le liste, quindi. E’ un’impresa difficile trovare gente sveglia e con le carte in regola... sembra più ad una caccia al tesoro. E tutto ciò è desolante, tremendamente desolante.

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