La parabola di Romano

3 novembre 2010

Sono passati solo due anni, quando da questi schermi si gioiva per l'elezione nel paese a stelle e strisce del primo afro-americano a presidente.
Solo due anni e siamo già qui a leccarci le ferite. In buon stile PD ieri i democratici nelle elezioni di medio termine made in USA, sono stati cornuti e mazziati.
Hanno perso la Camera, il Senato è in bilico ma regge. La seconda metà della legislatura per Barak Obama sarà un'ascesa insormontabile!

Le cause del fallimento? Nessuno in America ha colto lo spirito della riforma sanitaria e la crisi economica e la difficile ripresa post-recessione hanno spento la speranza in un mondo diverso che l'uomo di Chicago aveva promesso.

Non voglio fare il catastrofista nè saltare sul carro dei vincitori: la rielezione per Barak ora come ora è un chimera, anche perchè negli States cresce il Tea Party,  una sorta di padani senza la secessione, di ultra ortodossi ottusi come il pastore brucia-Corano. Il nostro premier va a .... ma la prospettiva della più grossa democrazia mondiale non va in direzioni così differenti.

Preoccupa la faccia odierna di Obama che davanti ai giornalisti cerca di leccarsi le ferite con quel viso pacifico e disilluso stile Romanone Prodi.
E per chi vi scrive la domanda sorge spontanea: " Dove minchia andremo a finere?"
A chiosare questa domanda. oggi ho sentito una perla che inquadra la situazione. "Il genere umano e quello italico hanno la capacità di toccare il fondo, e una volta toccato, scoprire che qualcuno bussa da sotto"

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