Sala Ovale: cattiva maestra televisione

6 novembre 2010

Succede che un giorno qualunque, ad un’ora qualunque, uno non sappia che fare e decida di accendere la tv, concedendosi lo zapping più disinteressato che ci sia. Paola Perego dopo Maurizio Costanzo, il tandem Sposini&Venier a seguire. Si cambia, e si vede Milo Infante con Caterina Balivo. Di che parlano? Del giallo di Avetrana, ovviamente. Sguardi cupi, severi, criminologi a dare le loro spiegazioni esplicitando teorie di giorno in giorno diverse, psichiatri e psicologi ad indagare le menti dello “zio Mostro” e della figlia “Orca assassina”. E poi, i soliti opinionisti, prezzemolini prezzolati che di mestiere fanno nient’altro che quello di rendere nota all’Italia la loro augusta opinione. E chi gliel’ha mai chiesta, verrebbe da dire. E allora che fa uno? Beh, cambia canale, insegnano i manuali. E allora decide di buttarsi su Mediaset, dove a quell’ora spopola Uomini e Donne, nella sua versione Over. Di che si tratta? Anziani e un po’ rintronati signori che corteggiano anziane ed un po’ rintronate signore, e viceversa. Con tanto di nome stampato su targhetta appuntata al petto… sai, la memoria… e come opinionista, una novantenne che pronuncia le parolacce a comando, tra l’ilarità del pubblico. E come dimenticare lei, “Angela-Favolosa-Cubista”, una settantenne siciliana in zepponi neri, stivali e giubbini in pelle che balla “la discomusic”? Il tutto mentre si attende frementi lo show di Barbara D’Urso, che con il suo sguardo contrito discetta delle più crude e terribili tragedie del nostro Paese, salvo poi passare, in due secondi, a ridere come una matta parlando dell’outing di Tiziano Ferro “con Paolo Meneguzzi”, o dei calendari sexy “con Assunta Almirante”. Non sto scherzando, è la realtà. Una realtà pietosa, naif. Divertente sì, ma a tratti sconvolgente. Perché sintomo di un degrado costante, che non sembra avere freni, neppure inibitori. Cambierà? Chi lo sa. La speranza è l’ultima a morire, si dice. Ecco, speriamo di non morire prima noi, guardando le stupidate della D’Urso o della Perego.

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