Il destino

12 settembre 2007

Mettetevi sotto coperta. Arriva il post ideologico sentimentale di RaiBobo

Il destino è un concetto a cui credo profondamente.
Se volessi copiare quelli di Scientology, e creare una setta tutta mia ci penserei due volte a usarlo come karma.
Perchè penso a questo. Per vari motivi. A farmici ragionara principalmente, tanto per cambiare è stata una serie televisiva.
Non so se sia il troppo caffè o i miei problemi di una vita che appare sempre più voltarmi le spalle, sta di fatto che da due notti non dormo e ho deciso di colmare i vuoti lasciati dal sonno, e dal non studio, guardandomi una miniserie dal titolo "Six Degrees".
E' uno show della ABC andato in onda durante l'estate su Fox Life. I bassi ascolti lo hanno già fatto chiudere in America e quindi i 13 episodi conclusi nella notte sono un UNICUM.
Wikipedia la definisce una serie Tv ispirata alla teoria sociologica dei sei gradi di separazione.
Il sito dell' ABC usa come sottotitolo questa frase.
Dicono che ogni persona del pianeta è connessa ad altre attraverso una catena di sei persone. I sei protagonisti non si conoscono. Coincidenze e fatalità, più o meno positive, li faranno incontrare. Esiste il destino? Oppure è semplice casualità?

E' un altro di quei telefilm che mi hanno scaldato il cuoricino. Credo decisamente nella casualità di eventi che possono cambiare la vita. Un incontro, un momento di attesa che può cambiare almeno la tua giornata.

La speranza è che la cambi in meglio ma non è sempre detto.

Mi nascondo dietro i serial Tv quando sono in difficoltà. E questo è il caso. Non dormo, lo studio va male, a casa pure. Un segno del destino potrebbe essere un incontro ma se la persona da incontrare ha deciso di seguire una vocazione.
Quindi o si è scelto un momento decisamente sbagliato, o anche il destino ti ha voltato le spalle.

Probabilmente è questo che mi merito e lo accetto in rispettoso silenzio.
Forse questo non era il mio momento e forse non mancherà tanto.
Sono impaziente e questo non mi aiuta. Ma prima o poi arriverà. Ne sono sicuro.

Piace pensare come questi telefilm, non quella televisione volgare delle varie Garlasco e Cogne, dei vari Billionaire e Vallettopoli, possa nel 21° secolo trasmettere qualcosa di fugace che però mette il sorriso a qualche telespettatore. Piace un po' meno che serie di una bellezza quale SiX Degrees non siano italine. Anche in questo caso non è che ci sia da vantarsi dell' essere rappresentati da questo stivale.

Ristampiamoci il sorriso sulle labbra e aggiungiamo alla lista delle donne della mia vita, cancellata la sopracitata giovincella spuntata dalla mia lista ma non dalla mia mente, Shiri Appleby, famosa per la serie Roswell e coprotagonista nel telefilm centro di questo post.

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